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lunedì 22 gennaio 2018

AUSTRALIAN OPEN 2018 - ESSERE TENNYS SANDGREN



Sarà stata una calda primavera del 2012 o 2013, in uno streaming di quattro pollici nel quale la pallina era solo frutto di fervida immaginazione (Sarà un caso, oppure sono morbosamente legato a certe visioni immaginarie d'emergenza stile dirette anni '80 di Telecapodistria captata a malapena, col campo avvolto da una specie di nebbione brianzolo. Dovrebbe analizzare la mia patologia il Prof. Meluzzi in mutande, denotando chiari sintomi di psicopatologica demenza senile abbinata a istrionico narcisismo da impotenza sessuale pseudo suinide o aerofagia cronica), mi imbattei in un americano caracollante, con un nome un po' così che pareva una strepitosa presa per culo (Tennys), cognome un po' colà che rimandava a esploratori del secolo scorso tra i fiordi norvegesi (Sandgren) e una faccia da carciofo bollito. Un Nalbandian onanista, digiuno da due giorni.
Giocava un challenger nordamericano, opposto a un messicano di un metro e quarantadue, con baffetto sottile e capelli da tamarro, lunghi dietro e rasati ai lati, su un testone abnorme. O forse era nicaraguense, non mi sovviene. Uno di quelli che non sai nemmeno se esistono realmente. Match surreale, che l'americano faticava a vincere, sprecando occasioni su occasioni. Insomma, non avrei scommesso un bottone che quel ragazzone si sarebbe costruito una classifica decente (97 Atp) tale da consentirgli addirittura di giocare gli slam dalla porta principale. Ancora meno avrei scommesso sul torneo che sta disputando a Melbourne. Qualcosa di meraviglioso, che va oltre le considerazioni tecniche, disquisizioni su pippe, dritti e rovesci. È magia pura, Tennys.
Neanche le vittorie sul dormiente Chardy e su un Wawrinka a passeggio dopo aver tolto le stampelle, mi avevano impressionato. Fortuite coincidenze, caso, culo momentaneo di chi vince al lotto. Poi la bella affermazione sul tedesco Marterer, prima della prova del nove (anzi, del diciotto) odierna.
Non mi stanco di vedere le immagini dell'ottavo con Dominic Thiem. È qualcosa di indecifrabilmente ipnotico. Un kolossal drammatico, ma un po' commedia yankee scollacciata, non senza un filo di esistenzialismo francese. Il Gladiatore con battute da Ben Stiller col dolcevita.
Chi la sa lunga, più gli orfani di Federer (ancora in vita) avvezzi ad eccitarsi per chiunque col rovescio a una mano riesca a battere il diavolo Nadal, da almeno un par d'anni ci descrivono Thiem come uno "bbbono", di quelli da vittoria slam (entro un tot di mesi, giorni e ore). Sempre guardato con diffidenza a tali entusiasmi per via dei limiti tattici (enormi: o sfonda o sbarella) e mentali dell'austriaco, ma mai avrei pensato potesse rischiare anche con Sandgren.
Invece ecco la meraviglia assoluta.
Thiem mena come un fabbro a testa bassa, Tennys rintuzza leggero rimandando di là colpi ancor più veloci, sibilanti, e in un baleno, senza che l'altro nemmeno se ne accorga, è a rete, con rapido bliz, per prendersi il punto. Sembra sul punto di morire, paonazzo, col passo da pre infartuato giocatore della domenica. Ma poi riparte, facendo ammattire l'austriaco, tra rovesci ficcanti e dritti in gancio raccogliticci, giocati come se colpisse con la mano. Da dove sbuca quel fenomeno innaturale? La bellezza del tennis, capace ancora di regalare simili isolate pagine di magia. Di colpo sembra trasfigurato mix tra Jimmy Connors destro e Gattone Mecir. O tra il fratello scarso di McEnroe e Richey Reneberg. Thiem sotto due set a uno non sembra avere l'intelligenza per pensare ad un piano b. Anzi, pardon, proprio non ha un piano b. Mena, mena e mena come un ossesso. Lascia partire un mostruoso rovescio incrociato che l'altro, come un tacchino catarifrangente, incoccia con un rovescio agile, un sibilo incrociato e vincente. Chi lo ha detto che il rovescio classico è sempre più bello del bimane?
Tutto fantastico, fino al tie-break del quarto, quando Domenico il montone, con un un rovescio lungolinea di rara cafonaggine con rantolo di chi sta espellendo un polmone, annulla un match point e chiude il quarto. Favola finita? Chiunque, anche non necessariamente italiano, sarebbe crollato, rischiando la bicicletta nel quinto. Non lui, l'eroe per caso, protetto da un'aura d'invulnerabilità. Manca poco che indossi la maschera di Harvey Keitel e urli "Nessuno può uccidermi! Sono benedetto!". E, incredibilmente, regge colpo su colpo, argina orrendamente leggiadro le sfuriate scomposte dell'ottusangolo austriaco. E la vince sior-siori. Perché le fiabe (o le comiche di Benny Hill) esistono ancora nel tennis, amici cari.
Ora per lui poche, pochissime, speranze contro il coreano Chung, capace di estromettere Djokovic (ok, lontano da quello migliore) con una prova di rarissima forza, fisica e mentale. Un muro dal fondo, che devi ammazzare tre volte.


9 commenti:

  1. Ho commentato il tuo scorso post senza vedere questo, o mentre lo pubblicavi.. sposta pure il mio commento, con la grafomania di questi giorni ti sto intasando il blog e chiedo scusa :-(

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    1. Ti ho risposto nel post precedente, non riesco a spostare il commento qui. Aggiungo un commento su Dimitrov. Anzi no, che mi scappa da ridere. :) ciao, a presto

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  2. Bellissimo pezzo Picasso. Non sei pazzo, c'è qualcuno più pazzo di te. Io, sprovvisto di card o abbonamento o nonmiricordo cosa, guardavo le partite su Tele+,criptate, smanettando sul tasto del contrasto per visualizzare un minimo di pallina. Un caro saluto :-)

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    1. Sì, Capodistria prima, Tele+ poi. Con annesso scrollo dell'antenna stile Fantozzi: "E orientamelaaaaa!" :)
      Grazie mille, a presto

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  3. Ciao Picasso,spassoso come sempre.Anch'io sono uno di quelli che si eccita per i giocatori che usano la seconda mano solo per alzare la palla al servizio(anche senza battere la tigre spagnola) .Ho visto la prima volta Thiem nel match di Rotterdam contro Murray e mi impressiono' non poco malgrado la sconfitta.Mi sembra che disponga di diverse soluzioni oltre allo sparacchiamento selvaggio al quale ricorre con eccessiva costanza.Forse potrebbe avere un piano b ,ma si affida a quella che dovrebbe essere la sua zona di confort,laddove il confort lo trova troppo spesso l'avversario. Magari, se riesce ad evolversi tatticamante(chiedo troppo?),qualche risultato lo porta a casa.Per quanto riguarda Sua Immensita' Divina Roger,non credo fara' una passeggiata di salute contro il nuovo muro di gomma coreano(tra l'altro quotato appetibilmente a 6 se non sbaglio).A presto, Enrico.

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    1. Ci sta, anche a me spesso è piaciuto. Ma ultimamente, ogni volta che lo vedo, dà l'impressione di voler solo sfondare senza minimo criterio. Ha ancora 24 anni e i mezzi li avrebbe per fare altro, e quelli avanti non sono eterni, ma per ora mi sembra ottuso.
      Chung è solido. Pure Edmund. Federer soffre più i difensori che i picchiatori, ma non credo ci perda. Scommetto Federer e Cilic vincenti in quattro.
      Ciao Enrico, a presto

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  4. Ciao Picasso ,stamattina io ho trovato avvincente il terzo set tra la Halep e Angelique,la tedesca un cuore immenso,lottava una partita praticamente già persa un'ora prima,prendeva qualsiasi cosa ma la rumena contrariamente ad altre volte (vedi vs.ostapenko a Parigi)ha avuto carattere ed è stata propositiva tirando tanti vincenti ,davvero un bel set ...guardati per esempio il punto con cui la Kerber brekka la Halep sul 5-3 e servizio rumena...io un po in lutto perché avevo a 6 a inizio torneo la tedesca vincente...e ci speravo...sul 6-5 e servizio quei due match point consecutivi....vabbeh dai..e la finale ora?la logica a seguito di quanto visto sinora nel torneo direbbe Halep ma siamo sicuri?innanzitutto trattasi di due che spesso se la sono fatta sotto in occasioni importanti (quante finali ha perso la Woz anno passato?6 ?)e poi Caroline è più fresca forse?sai che? Io da sfavorita a 2,10 prendo là barbie danese ,in ogni caso credo che entrambe di faranno tumulare in campo prima di perdere ...prevedo tre set e qualche ora....ultima cosa:Chung a 6....e' idea malsana da scacciate immediatamente o si può provare invece di spenderli in pizza e birra?
    Ti abbraccio
    Stefano

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    1. Wozniacki-Halep, dipende. Più che non farsi tumulare in campo, potrebbe essere una sfida a ciapa no, con le due paralizzate dalla paura (vista la loro storia da relative "perdenti").
      Il thrilling potrebbe derivare da quello. Per me è 50-50, quindi giusto tentare quella che quotano di più.
      Chung era morto, non si può mai dire, ma anche sano non credo avrebbe impensierito troppo un Federer normale.
      Ciao a te Stefano, buona finale

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  5. aspettiamo un tuo commento finale su questi aus! grande picasso!

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.