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lunedì 11 settembre 2017

US OPEN 2017 - PAGELLE FINALI



Uomini

Rafa Nadal 8. O 16, il culo. Poteva perdere da almeno 5 o 6. Non ne incontra nessuno, ma neanche un top 50 fino alle semifinali. In semifinale i resti esausti di un mezzo Del Potro (28) e in finale il temibile palo di frassino Anderson (21). Tutto senza nemmeno ingranare la quinta e preservando anche energie per il finale di stagione in cui deve conservare coi denti il numero uno. Il culo però aiuta gli audaci e negli slam può succedere di tutto, specie in questo, atrocemente monco. Per il resto, solita esibizione di ferocia agonistica e mentale, ma ne bastava la metà. Pareggia Federer (di cui è perenne incubo) in tutto, slam e 1000 vinti in stagione.
Kevin Anderson 7. La morte in permesso. Potrete dirlo ai nipoti: ho visto questo fluttuante tronco di arbusto gigante che pare doversi spezzare al primo refolo di vento, arrivare in finale in uno slam, complice un tabellone da Atp 250. Comunque bravo a spuntarla nella bagarre horror-splatter tra lungagnoni nella parte bassa.
Juan Martin Del Potro 7,5. Vincitore morale, anche se la morale non conta un cazzo. Salva il torneo dalla noia bestiale con imprese da nobile guerriero ferito, violento e orgoglioso. Eroico con Thiem, superbo con Federer. In semifinale getta tutto quello che aveva in corpo nel primo set, poi è travolto dalla furia devastatrice di Nadal in quarta.
Pablo Carreno Busta 7. Elogio della noia operaia. Ferrer 2.0 alla valeriana. Semifinalista battendo quattro qualificati e lo gnomo albino Scwhartzman (7-). Può bastare.
Dennis Shapovalov 7,5. Colpi strabilianti, coraggio-incoscienza, carattere. Il diciottenne canadese esplode all'improvviso. Perché così deve essere per un predestinato: tutto naturale (in barba a futuri campioni come Coric e Zverev costruiti da anni in laboratorio). Come Mac nel '77, per dirne uno banale, partendo dalle qualificazioni. Ovvio, ha limiti e rudezze da limare. In primis l'inesperienza e quella sufficienza-eccessiva sicurezza nell'addomesticare volée (quasi sempre sgozzate), che paga nel match sciagurato con l'impiegato del catasto Carreno.
Roger Federer 6 (di riverenza). Sua Divinità Celeste acciaccato, poco allenato, si salva nei primi turni, cresce, illude, prima d'imbattersi in un Del Potro con la mannaia. Confusionario, tatticamente suicida. Poteva anche vincerla, giocando meglio un paio di punti decisivi. Ma a volte, complici i risultati del 2017 di grazia, ci si dimentica che questo signore ha 36 anni, dicansi 36.
Grigor Dimitrov 4,5. Uno slam lo vincerà, prima o poi. Sperando che in 126 diano forfait per malaria e l'altro si pugnali da solo durante il match.
Andrei Rublev 7+. Un astronauta russo con turbe psichiche, dalla spaventosa velocità di braccio e rapidità nell'esecuzione dei colpi. A Nadal basta sporcargli gioco per mandare la macchina sparapalline in corto, sull'orlo della crisi di pianto. Ma ha solo 20 anni, se non lo internano prima nel manicomio navale moscovita "Youzhny sanitarium", ne vedremo delle belle.
Mischa Youzhny 8+. Altro mattatore indiscusso. Tarchiato, semovente, squilibrato soldatino di piombo col rovescio che suona motivetti tzigani in salsa metal. Ormai un quasi ex, che a 35 anni si dibatte ancora ostinatamente nelle retrovie. Trova un Federer che va a due all'ora e a parità di velocità vien fuori un equilibratissimo match anni '70, giocato con racchette di legno. L'urlo lacerante, autenticamente bestiale, dopo aver annullato il set point nel quarto set, ormai devastato anche dai crampi, resta la cosa più bella dell'intero torneo.
Dominic Thiem 5. Un Gasquet virulento, tatticamente ottuso e caratterialmente fantozziano. Delpo è Delpo, ma per perdere in quel modo ci vuole arte.
Paolo Lorenzi 7. Cuore di toro, palle in titanio. Con mezzi non eccelsi, ma comunque migliorati anno dopo anno con motivazione da ventenne, a 36 anni raggiunge per la prima volta gli ottavi in un major. Finisce con le bombole d'ossigeno mentre provava la disperata rimonta contro Anderson.
Alexander Dolgopolov 6,5. Infuriato per le ultime vicissitudini, lanciatissimo verso il titolo da leggenda. Sfilettato Nadal come uno Sweeney Todd sadicamente ispirato, avrebbe fatto un sol boccone degli altri. Ma la sventura è dietro l'angolo e si fa male. Che altrimenti...
Zverev Family 4,5 (Mischa 6, Sascha 3). Il campioncino in costruzione cade goffamente all'esordio. L'esperto fratellone dal naturale tennis felpato è sempre più solido. Uccella ancora il palo della cuccagna Isner (5), crolla con quello della luce Querrey. Insomma, quello forte resta Misha. Me lo ripeto ogni giorno, prima di prendere le goccine.
Sam Querrey 6. Uno statunitense abituato ad Ashe, Connors, McEnroe, Sampras e Agassi, ora deve sperare in simile Lurch tremebondo o al limite suicidarsi. Perde l'occasione della vita per fare finale.
Fabio Fognini: sui ceci. Prendete un dodicenne studente di seconda media con vestiti firmati e sorrisetto immotivatamente strafottente. Non è abbastanza dotato per arraffare una sufficienza senza aver studiato. Anzi, è superato sia dai secchioni che dai veri talenti che non hanno bisogno di studiare. È maleducato, anche. Insulta a bassa voce la maestra, che gli dà una nota e lo manda fuori. In corridoio minaccia di tirare la cartella in testa a un bidello (pelato). A casa i genitori gli dicono che deve chiedere scusa alla maestra per evitare la sospensione e lui ubbidisce, con l'aria da discolo (fintamente) pentito. Mentre una zia (fintamente) risentita lo rimprovera severamente. E, con commovente tappetino musicale da telenovela colombiana, dice che da grande vorrebbe insegnare l'educazione ai bambini d'asilo. Tipo Dracula che si propone di tenere simposi sull'emofilia. Ecco, questo è il Fogna show a NY. Stavolta però la fa davvero grossa. Ci sono insulti sessisti di mezzo. Come se quelli razzisti allo "zingaro" fossero meno gravi. La mia idea è che non sia sessista, come non era un razzista. Gli credo. Dice cose senza conoscerne il significato, come quel dodicenne di cui sopra, perché fa figo voler sembrare una "testa calda" e serve a far passare in secondo piano l'unica verità: la pochezza tecnica. E Travaglia (non certo Sampras) che gli infligge una limpida lezione tennistica.



Donne

Sloane Stephens 9. Simpatica, sexy ed elegante. Una ventata di fresca bellezza per la Wta. Che avesse anche i colpi per primeggiare lo si sapeva da oltre un lustri, senza mai esplodere a causa di carenze caratteriali e altro. Solo cinque mesi fa riprendeva a camminare. L'infortunio al piede deve averle dato quella convinzione e forza mentale che prima le mancava. Il titolo lo vince battendo Venus, di carattere e intelligenza tattica.
Madison Keys 8. Altra bellissima novità. Piace per la sua serenità e sorrisone da sorella indolente di Bugs Bunny. Bellissimo dritto e servizio da Atp, gioca un gran torneo, cui manca solo la ciliegina: una finale quasi non giocata, anche a causa dei problemi fisici.
Coco Vandeweghe 7. Il cerchio della nuovelle vague yankee esplosa a NY si chiude con la simpatica Coco. Una che vorresti portarti in giro a bere birra e fare gara di rutti. Anche lei contribuisce alla ventata di freschezza con un atteggiamento poco invasato, sorridente, da arrembante arruffona. Cede in semifinale, ma il suo maestro Pat Cash sta facendo un gran lavoro.
Venus Williams 7. 37 anni: due finali slam, una semifinale nel 2017. Le manca sempre un centimetro per l'epica vittoria, ma resta l'ultima diva. E, a chi le chiede cosa farà nel 2018 risponde, quasi sorpresa risponde: semplice, continuerò a giocare.
Anastasija Sevastova 8,5. Ride, piange, parla da sola, insulta qualcuno all'angolo, vorrebbe ammazzare fantasmi immaginari, poi ride ancora e piange. Questa è matta come un cavallo. Ma che mano. E che classe. Semplimente sublime il modo in cui ischerza, fino quasi all'umiliazione sportiva, nientemeno che Maria Sharapova: smorzata languida, morbido lob a superate la statua russa butattasi goffamente in avanti e altra smorzata irridente con la diva che sbuffa livida. Fermate tutto, il torneo femminile finisce lì.
Karolina Pliskova 5. La pitonessa abdica dal numero uno alla sua maniera: trasparente.
Kaia Kanepi 7. Tutti in attesa del ritorno di Masha, ed ecco il vero comeback di peso a Flushing Meadows: Kaiona la bella, dall'Estonia con furore.
Garbine Muguruza 5. Diventa numero uno giocando un torno pessimo. Tutto regolare nella magica Wta.
Elina Svitolina 5,5. Pestata ferocemente da Keys.
Petra Kvitova 7+. L'elefantessa felina è tornata dopo il grave incidente. Barrisce e picchia come ai bei tempi. Carattere da campionessa per battere Muguruza. E incostanza, quella per cui viene superata da Venus.
Maria Sharapova 4,5. Nessuno lo dice, ma la Masha del post Meldonium è irriconoscibile. Certo, urla, lotta, picchia con la vanga da ferma, vince un paio di match complicati, ma finisce con inquietante volto livido e sfatto, umiliata dalla Sevastova.
Simona Halep 6. Sfortunata. Visto che ormai non conta più nulla, la gioia del numero uno per una settimana almeno la meritava pure lei.
Camila Giorgi 6. Nel giorno in cui Muguruza diventa numero uno al mondo, lei che "le è (molto) superiore", diventa numero uno d'Italia e 67 al mondo.

11 commenti:

  1. Come al solito tra una risata e un assenso piú che dovuto non si puó essere che del tutto d´accordo con i commenti.
    Solo mi permetto di aggiungere che Fognini é un asino ragliante.
    Chissá che i 100 mila dollari persi tra multa e premi mancati risveglino la ragione umana che gli necessita. Sinceramente non ha niente del campione ma molto di un viziato figlio di papá.
    Questa é la perla nera della sua carriera, se avesse un minimo senso del pudore si dovrebbe ritirare, ormai l´etá e i motivi per la pensione dello sportivo ce li ha.
    Saluti
    Luca

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    1. Non credo che una multa possa cambiarlo. E nemmeno i buoni propositi. Ormai è così, ha 30 anni. Chi nasce tondo non può morire quadrato.
      Penso che la punizione migliore per uno simile sia trattarlo per quello che è: un normale top 40 che può perdere da Travaglia. Invece continuano a trattarlo da fenomeno mancato.
      Grazie Luca, a presto

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  2. Cito sempre molti tuoi titoli quando cazzeggio con gli amici parlando di tennis: Ivan Lendl, le origini del male; Paire, il Fognini oblungo ecc; li trovo così straordinari, così definitivi e calzanti. Credo che anche quest'ultima descrizione del Fabio nazionale sia a dir poco definitiva, perfetta. Ma aldilà della tua ispirazione da anni Fognini non suscita in me nient'altro che noia; è uno sketch continuo, già visto e rivisto, trito e ritrito; e quando non puoi aspettarti nulla di diverso (ossia magari perdere come fa di consueto ma senza scenate adolescenziali, o vincere, come fa di rado, senza menate da 12enne) il mio interesse decade al punto da renderlo invisibile, etereo, trasparente; il cuore non batte più nemmeno per sbaglio, è tutto già visto. Un pò come Dimitrov in fondo, ti aspetti la sua consacrazione e lui perde al secondo turno in 3 set netti contro Rublev. E vabbè.

    Capitolo Nadal: oggettivamente riconosciamogli tutto, è fortissimo, è tornato, è un lottatore, le gambe gli vanno a tremila, il dritto tremebondo di qualche tempo è di nuovo una scure, ecc ecc. Ma quant'è brutto, attaccato a quei teloni, con quello sguardo da cattivone, iper concentrato, tutto baldanzoso che lancia occhiatacce a chi gli tira il vincente. Santiddio quant'è brutto. Firmerei domani per mandare tutti e 4 i fab 4 in pensione, mi priverei delle ultime sinfonie rogeriane pur di non vederlo più, lui e il molleggiato serbo. Poi mi pentirei, sicuramente, amaramente, al vedere una Kachanov-Medvedv a spararsi pallate senza scopo, grugnendo tutti storti.. e rimpiangerei fors'anche un Berdych qualsiasi.

    Mah
    Klimt

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    1. Concordo su Fognini. L'incapacità di vincere o perdere in modo normale. Quando vince, immotivata rabbia verso i detrattori, quando perde giù impropreri e scenate rivoltanti. Penso che la colpa maggiore sta proprio in chi continua a parlare di "campione", "top 5 potenziale", etc...
      Naal, bah...penso abbia vinto (sono statistiche, per quel che valgono) lo slam più modesto degli ultimi trent'anni. Magari lo rimpiangeremo, alla fine il contrasto di stili ha reso interessanti questi anni. Quanto ai giovani...mala tempora currunt. Zverev, Coric, le macchine russe...bah, qualcosa si può sperare nei due canadesi (Auger Aliassime e Shapalov), due francesini gasquettiani e lo spagnolo che ha vinto Wimbledon jr che (visti due scambi) sembrava interessante.
      Ciao Klimt, a presto

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  3. Sai Picasso non credo che Nadal fosse ai livelli di forma del Roland Garros ma anche così gli è stato sufficiente ,io te lo scrissi in un post precedente a questo avevo avuto la sensazione lo vincesse lui dopo aver visto Federer arrancare contro Youznhi ,alla fine gli è bastato essere atleticamente sano o semplicemente restare in piedi per vincere,comunque al di là della feroce determinazione io trovo che in alcune occasioni mostri anche un talento sicuramente superiore a Djokovic ma neanche troppo inferiore a Roger,poi chiaro zio Toni lo ha disegnato in altro modo,credo che forse gli riuscirà anche vincere per la prima volta il Master quest'anno,per il resto io seguo molto il tennis femminile e sono felice per Sloane che è da sempre una delle mie preferite,ha talento naturale senza dubbio e ,non so se sei d'accordo ,una varietà di tennis quasi 'antica' ,sa difendersi (quando ha voglia)alla grande,gioca benissimo a rete,ottima prima di servizio ,disegna il campo come poche ed una capacità di colpire in corsa unica,insomma brava,per il resto un po' deluso da Petra dopo la prestazione contro Garbine pensavo non si fermasse più ma questa è ...scostante ....Sevastova senza parole,godibilissima...
    Grandi pagelle ma questa non è una novità ...,
    Fuori tema :ho provato a 2,80 Belgio vincente su Aussie ...ho fatto una pazzia dici?mi sembrava troppo alta come quota
    Ti abbraccio caramente
    Stefano

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    1. Per me era molto più in forma a Melbourne, ma non lo sapremo mai. La realtà è che non ha incontrato un top 50 fino ai quarti (lasciando set a Super Taro Daniel e Mayer), in semi Del Potro che non stava in piedi e in finale quel coso lì. Avrebbe vinto anche al 30% della forma e perso contro alcuni altri che: o non c'erano o erano dall'altra parte del tabellone o hanno perso prima o erano a pezzi (Del Potro). Bravo a sfruttare un culo senza precedenti.
      Stephens sì, oltre alla pitenza, specie con Venus, ha mostrato anche intelligenza tattica.
      Ciao Stefano, grazie mille, alla prossima

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  4. Ciao a tutti ,possiamo riporre qualche legittima speranza nel giovane monomane greco Tsitsipas , recente vincitore a Genova? Enrico.

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    1. Visto troppo poco per dare un parere, lascio la parola ad altri. Bisognerà vederlo nel salto challengers-Atp. Di certo gioca bene, è piacevole a vedersi.
      Ciao Enrico, alla prossima

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  5. Nadal vince per mancanza di avversari. Chi vince ha sempre ragione, per carità, ma anche per me questo Nadal era nettamente inferiore non solo a quello di Parigi, ma anche a quello di Melbourne. Dimitrov si starà mangiando mani e polsi dato che, con questo Nadal poteva davvero avere l'occasione, forse irripetibile, per fare il colpaccio.
    Tra le donne mi dispiace per Venus, forse all'ultima chiamata utile, ma sono contento per la Stephens che mi è sempre stata simpatica. Tra le giovani è una delle poche che sa davvero giocare a tennis senza limitarsi alle mazzate.
    Su Fognini, stendiamo semplicemente un velo pietoso. Discreto tennista, ma pessimo essere umano, onestamente mi chiedo perché ci sia voluto così tanto per dargli una meritata squalifica visto il suo curriculum

    Saluti, è sempre uno spasso leggerti

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    1. Certo, bravo ad approfittare, ma culo clamoroso. L'avrei detto anche se avesse avuto un simile tabellone da 250 Federer. Dimitrov se non l'ha vinto quest'anno in una simile situazione di assestamento e con queste assenze, non so quando.
      Fognato, mah. Per me han chiuso due occhi troppo spesso. Già quello "zingaro di merda" a Krajinovic, l'avesse detto Kyrgios gli avrebbero dato 32 anni di carcere.
      Ciao a te, grazie e a presto

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  6. Pic , della laver cup poi ne parliamo? 😁
    Mi piace definirla più che cup, un campeggio, una simaptica zingarata fra iper talentuosi della racchetta

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.