.

.

sabato 26 agosto 2017

US OPEN 2017 - TABELLONE, FAVORITI E SCOMMESSE



Uomini

Tabellone così sbilanciato da pensare l'abbia sorteggiato Totti o qualche prussiano tifoso del giovin virgulto Zverev.
Tutti nella parte alta, dove l'ipotetico classicissimo di semifinale Federer-Nadal è messo a rischio da outsider assai temibili. Son tutti lì, come tonni d'assalto: Dimitrov, Kyrgios, il grande Fogna (i Berdych). Tamarreide Kyrgios (prendetelo come presagio di sventura) negli ottavi per un Federer acciaccato potrebbe essere letale. Uno svizzero in condizione non avrebbe problemi, anzi vincerebbe il torneo in infradito, ma i malanni alla schiena santa mettono tutto in dubbio. Bisogna vedere anche in quale settimana sarà l'australiano: se in quella in cui si crede tennista o quella in cui sente di voler fare il coltivatore di pomelie a Sydney. In questo caso, perde secco già con Querrey al terzo turno.
Discorso diverso per Nadal. Quello visto nell'estate Usa è ben poca cosa. Dalla sua il tre su cinque e la proverbiale capacità di carburare. Passato l'ostacolo Fognini (bestia nerissima), gran classico contro Dimitrov. Il bulgaro principino perdente, reduce dall'exploit di Cincinnati, si trova più o meno nella stessa situazione di Melbourne. Allora capottò fantozzianamente sul traguardo contro il maiorchino. Stavolta può sovvertire tutto e scombinare il tavolo.
Parte bassa clamorosamente più spoglia. Niente sembra ostacolare l'esplosione definitiva, laurea da major, di Alexander Zverev. Se non quei capelli atroci. Se Federer alza bandiera bianca, è lui il grande favorito per la vittoria finale. Defezioni a go-go e sorteggio da sogno. Tra lui e la finale, qualche palo della luce (Anderson, Sock, Isner) e i fantasmi infermi di Cilic e Murray. In che condizioni sarà lo scozzese? Se sta in piedi può anche andare avanti. Altrimenti buco di cui può approfittare qualche miracolato di terza fascia: Ferrer, Ramos, Carreno o (troppa grazia sarebbe) il giganteggiante Shapovalov.
A mio umilissimo avviso, le semifinali saranno quasi certamente:
Dimitrov-Kyrgios
Zverev-Ferrer




Donne

Ah, beh. Turarsi il naso e provare a leggere il tabellone.
Parte alta: Pliskova-Svitolina è la semifinale sulla carta. Il vintage di Kuznetsova o Radwanska (insidiate dalla giovinetta Bellis) sulla strada della pitonessa ceca. Prima ancora i pericoli vengono dalla gnappa Strycova o (volesse il cielo) dall'adorabile Townsend, tutta ciccia e talento. Svitolina deve guardarsi da insidie tremende assai: la trucicomica russoaustraliana simpaticiccima antipatica Gabrilova e poi negli ottavi quella Keys per me seconda favorita del torneo dopo Muguruza. Nei quarti eventualmente Kerber (se l'hanno rigonfiata dal gommista) o l'appannata campionessa di Parigi
Ostapenko.
Parte bassa più interessante, per il probabile inserimento di vecchie lenze. Sulla sarebbe Muguruza-Halep. Non si può certo dire che la spagnola non debba sudarselo questo titolo. Sulla sua strada il fenomeno marchigiano Camila Giorgia (che, bene rammentarlo ai più distratti, "è moooooolto più forte della Muguruza. Ma mooooolto davvero..."). Poi Kvitova, in condizioni incerte ma sempre col dna da campionessa e Wozniacki. Ammesso che Venus non voglia piazzare l'epica zampata d'autore.
Halep ha un esordio non proprio banale, contro Maria Sharapova. La Masha del post spermonium è una via crucis di infortuni, apparizioni sporadiche come la madonna di Medjugorje urlante e patetici tentativi di provocare una Serena partotorienta da cui s'è beccata circa 21 k.o. consecutivi (forse tra gli effetti collaterali del meldonium ci sarà il masochismo autolesionista. O la totale demenza), ma nel match singolo può dire la sua. Poi il topo operaio Halep incoccerebbe la temibile Stephens o Konta. Occhio alle outsider Vekic e Barty.
A mio modesto avviso, io che non sbaglio un pronostico dal lontano 1995, le semifinali, dall'alto in basso, saranno certamente:
Pliskova-Keys
Muguruza-Stephens

Fate pure il vostro pronostico per le semifinali. Al vincitore andrà un ricco premio: due crocchè, tre panelle e un mio selfie del 2013 a Roma con Vika Azarenka, che, paonazza dopo l'allenamento, rutta allegramente.

Nessun commento:

Posta un commento


Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.