.

.

lunedì 14 agosto 2017

Il RAGIONIER INFERMO FEDERER, Il ROBOCOP SMILZO ZVEREV, URAGANO BIONDO SHAPOVALOV, BRIDGET JONES SVITOLINA: NEWS DAL CANADA

Pagellame alla rinfusa

Qui Montreal. Di scena gli ometti, al solito falcidiati da quella strana sindrome da lebbrosario abbattutasi sull'Atp. Rapida carrellata, da destra a sinistra: Murray con l'anca ballerina, Djokovic frattura all'ipofisi e affaticamento all'avambraccio, Stanimal Wawrinka ginocchio a pezzi, Cilic con problemi alla gobba, Nishikori per cui si teme la frattura da stress youporn del polso.
Restavano solo Nadal e Federer, invecchiati come il buon vino, a contendersi titolo e prima piazza mondiale. Ancor di più perché, oltre ai big lungodegenti, anche i secolari vessati di rincalzo mostrano una forma da reduci di Formentera con Bobo Vieri. Rischia di entrare in tabellone anche Adelchi Virgili. Di certo, occasione ghiotta mancata da Fognini (assente) che avrebbe potuto prendere l'onda lunga per arrivare alle Finals di Londra.
Finale scontata, ma ecco la sorpresa. L'acuto. Straripante, innarrestabile e apocalittico come un assolo di Yngwie Malmsteen d'annata. Ha un nome e un congome: Denis Shapovalov (8,5). 18enne canadese nato in Israele da genitori russi, fino a ieri conosciuto dal pubblico generalista solo per aver quasi orbato con una pallata un giudice di sedia in Davis, a 17 anni. Oh-la. Finalmente ecco un NexGen coi controfiocchi da poter seguire con simpatia. Sarà perché non è un NextGen ma un XXNextGen, classe '99.
Lo seguo con trepidazione nel match (ampiamente alla portata) contro il montone brasileiro Dutra Silva, che porta a casa di carattere più che coi colpi, di cui pure straripa. Poi la pre epifania, quando giustizia senza tremare gli umili resti di Del Potro (5,5 di stima, ormai si soffre nel seguirlo), l'epifania somma arriva invece nell'incontro con Nadal (5). Gioca bene, regge, perde il primo, lotta nel secondo. Sembra cedere con onore mostrando gran servizio, bordate di dritto, rovesci pieni che è una goduria, fino a che oltre ai suddetti colpi non ostenta anche altro del suo bagagliaio: palle e trance agonistica davanti al suo pubblico. Non solo vince il secondo, ma tiene nel terzo e la spunta allo sprint con Nadal, che non sarà il miglior Nadal (ma sul veloce, questo è, a meno di rinascite stile 2009) ma quando si tratta di vincere partite agonistocamente tirate, lascia sul campo anche l'ultimo coriaceo bulbo pilifero. Chiedere a Dimitrov in Australia, il pollo elegante Dimitrov (4,5). Non male per un diciottene che, non contento, si conferma anche battendo nel post epifania contro l'ermellino di Francia Mannarino (7, delizioso tennista femmina). Perde solo, ma senza sfigurare, contro Zverev, verso cui paga due anni di differenza. E a questi livelli contano.
Lungi dall'esaltarsi, resto curioso di vederlo fuori dal Canada. Ma le premesse sono buone.
La finale è tra Zverev e Federer. Il giovanotto predestinato e il vecchio immortale. Il russo tedesco, dopo i disastri su erba (ancora ci capisce poco), è sempre più solido e maturo, pronto per l'assalto slam. Per batterlo, mi dico, lo svizzero dovrà alzare l'asticella, dopo un torneo condotto al piccolo trotto, gestendosi parsimoniosamente (non è da lui). È bastato e avanzato per battere avversari di cilindrata minore. Avendo accettato last minute di giocare il torneo per rosicchiare qualche punto a Nadal in ottica primo posto mondiale, normale fosse poco rodato. Lascia anche un filo di barba per rendere più evidente la trascuratezza.
Il famoso aumento di marcia in finale non c'è, non può esserci. Anzi, pare addirittura infermo. Servizio "mollo", back a metà rete, frenesia nei colpi e non verbale che urla "finiamola alla svelta", come spesso gli è capitato quando non è al meglio. Più attento a non farsi male che a provare a vincerla.
Una domanda sorge spontanea su Federer (6), che dopo la versione stellare ci mostra anche quella umana, da ragioniere sofferente. Era proprio necessario rischiare di farsi male e compromettere la vittoria dagli Us Open (in cui parte favorito) per questi calcoli da ragioniere e il numero uno in classifica? Evidentemente tiene più a quello che a un altro Slam.
Zverev (8) raccoglie senza impietosirsi. Sempre più solido e pronto. Zazzera improponibile da Supersayan (tosategli quei capelli in modo cristiano: o lunghi o corti, diosanto. Con quel nido in testa rischia che un chiurlo gli deponga le uova al cambio campo), fisico allampanato da Ivanisevic senza averne la classe, è adattissimo e progettato per il tennis 3.0. In principio li chiamavano pallettari, poi regolaristi, quindi attaccanti dal fondo regolari, poi contrattacanti...fate vobis, la sostanza non cambia.


Qui Toronto, di scena le donne. Torneo che è il quadro dell'abisso in cui è sprofondata la Wta. Non tanto per le assenze, pure qui notevoli: Serena gravida, neomamma Azarenka impegnata in spiacevoli querelle familiari, Sharapova orfana di Spermonium ormai un giorno rotta e l'altro pure (sorge una domanda al turpe dietrologo complottista: non è che davvero ci siano sostanze come il Meldonium proibite perché, pur non migliorando la prestazione, coprano l'uso di anabolizzanti o ne attutiscano effetti dannosi? Comincio ad aver dubbi).
Pochissima roba quel che si vede. Scenario tetro, simile a una convention degli scappati dal Pd, Speranza, Bindi, Bersani e forse Raul Casadei. Davvero Karolina Pliskova (4,5) è numero uno al mondo? una cosa lunga e secca, semovente e senz'anima, che tira gran colpi piatti. Se la pungi, dalla Dracula in gonnella non esce sangue, ma gas nervino. Gioca ogni punto in modo uguale, senza badare al punteggio. Un po' come Giorgi, senza la frenesia insensata della nostra.
Ma che dàvero Angelicona Kerber (3,5) è stata numero uno? Presa a pallate da una ritrovata Stephens (7), è un salvagente da mare sgonfio a forma di hot-dog arenato a riva. Ma sul serio mi dite che la più credibile numero uno futura è Garbine Muguruza (5)? A Wimbledon era parsa un prodigioso mix tra Varenne, Nadal e l'incredibile Hulk. In Canada è un teletubbies. Seri nel propinarci Halep (5) come possibile reginetta operaia?
Non è provocatorio dire che Serena, se avrà voglia, dopo la maternità potrà vincere per altri 10 anni. E che Steffi Graf (48 anni), allenandosi un po', farebbe ancora la sua bella figura.
Orrenda finale come logica conseguenza, tra l'eterna "non abbastanza" (bella, affascinante, potente, regolare, tecnica, etc...) Wozniacki (7) e Svitolina (8), dominata da quest'ultima. Buona e intelligente maestrina, Bridjet Jones di una Wta in disarmo.


Nessun commento:

Posta un commento


Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.