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giovedì 6 luglio 2017

WIMBLEDON 2017 DAY 3 - PAOLINO LORENZI ALLA BERSAGLIERA, ANTIEROE DEI DUE MONDI

Dal vostro inviato, vittima di reato di tortura retroattivo. All'estero un po' si sorprendono: habemus finalmente un miserabile reato di tortura. Plaude il Vaticano, contraria la vera sinistra, perché Renzusconi è di destra. Contraria la destra, Berlusconi e Salvini. Scettici i 5stelle, che volevano depenalizzare la tortura per i ladri lazzaroni del Pd.

Merito del reato di tortura, se non mi fanno seguire l'eroe di giornata: Paolo Lorenzi. Classe '81, una vita da gregario giramondo, da Bucamaranga a Bogotà, passando da Santiago, Orbetello via Medellin, tra i diversi cartelli di narcos. Eroico, fino alla top 100 da ultratrentenne. Quasi miracoloso, si disse. Miracolo di abnegazione e lavoro, quando sei un classe '81 come Federer, ma di quella classe hai nemmeno un unghio. Allenamento e miglioramenti continui a 35 anni, quando altri, gravidi di talento presunto, rifiutano sdegnosamente di mutare i propri schemi a 21 anni.
Negli slam raccoglie noccioline dai big (clamoroso un primo turno con Djokovic da eccidio degli infanti) e scherno di qualche ex buzzurro ora ai microfoni.
Potrebbe bastare, accontentarsi di quel premio per un girovagare senza sosta. Ma mica si è ferma, il prode Paolino, antieroe dei due mondi. Inizia a carburare anche nel circuito maggiore, azzanna un titolo, si fa spazio in Coppa Davis. Sempre più allibiti, ci si chiede come sia possibile questa parabola ascendente in tarda età. Lui se ne fotte, continua a pedalare del suo passo sul Pordoi. Vince addirittura una partita negli slam. Top 50, diventa per qualche settimana numero uno d'Italia ai danni di quel Fognini invece baciato da qualche ipotetico talento.
Tutti ancora blaterare di "mancanza di colpi", fortuna, punti dei challengers. Cazzate. Questo ormai fa più punti negli Atp.
Fino al presente: l'incredibile exploit nel tempio del tennis, a Wimbledon. Altri dileggi per la sua inclusione nelle teste di serie. Sarà mica colpa sua se è alle porte della top 30. Certo, era difficile immaginare un avversario alla sua portata su erba. Il sorteggio gli ha dato una mano mettendogli davanti Zeballos. Del resto, la fortuna aiuta gli audaci. E chi è più audace di lui, che sui prati risponde attaccato ai tabelloni, corre in punta di piedi come su una spianata di uova, per poi apparire a rete con bliz da guerrigliero cambogiano? Fantastico. Orrendo. Il match con l'argentino sarà stato di bruttezza biblica. Si va ben oltre il reato di tortura. Bravo il nostro antieroe a portarlo a casa dopo cruda battaglia, che i due avranno affrontato come fossere in un challenger nicaraguense su terra battuta.
Per il resto, unica sorpresa di giornata la sconfitta di Petra Kvitova, mia seconda favorita, che spara via tutto contro la Brengle.
Continua la marcia devastatice di Camila Giorgi. Vinta la seconda, ne mancano cinque per il trionfo finale. Non per salire sul carro in corsa, ma io l'ho sempre detto: questa diventerà la più forte di tutte. Nel cricket.

2 commenti:

  1. Ciao Picasso,
    rischio ben volentieri una cinghiata da te ma ieri sera, guardando la figlia di Branduardi, ho visto baluginare della razionalità nelle scelte di Camila (nel servizio, ad esempio) ....robe tattiche che a bordo palude della quarta categoria già ti vergogni a suggerire (usa il polso, servi più liftato) ... ma che per lei possono essere viste come piccole manifestazioni del Bene e della Provvidenza in questo mondo sublunare.
    Cioè si è mangiata 4 matchpoint nel tie break, ma riflettendo... cercando di capire cosa fare.....poi il whiskey ha finito di inghiottirmi.

    Alla prossima.
    Grazie di tutto

    Claudio

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    Risposte
    1. In realtà visto qualche scambio appena, e non quel tie-break. Grazie per il contributo, ma bene direi. Penso che alla fine non occorrano nemmeno cambi drastici, ma qualche logico accorgimento tattico da scuola tennis. Mi riservo di guardarla ai prossimi impegni, tanto fino alla finale c'é tempo.
      Grazie a te Claudio, alla prossima

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.