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venerdì 23 giugno 2017

PAIRE, IL FOGNINI OBLUNGO



Capita di sbagliare. Chiaro, puoi farlo per totale offuscamento cerebrale bersaniano, quando ha considerato il M5S una forza di centro capace di arginare la deriva populista di destra. Oppure sbagliare per un santorismo innato. Quello di voler sadicamente, inconsapevolmente, far vincere le forze politiche che finge di avversare nelle sue soporifere trasmissioni. Prima Berlusconi, ora l'onda lunga delle stelle.
Poi puoi sbagliare anche perché a quel tempo dovevi ancora disintossicarti dall'lsd. È il mio caso, con Paire. Col lungagnone di Avignone ammetto di essermi sbagliato. Per anni gli ho riservato la tessera numero 7 della Gran Loggia Massonica dei Tennisti Superbamente Sminchiati. Recentemente espulso con ignominia. Eppure mi affascinava quell'allampanato ragazzotto naif, capace di genialità tra grezzezze non comuni. Sembrava uno vero. Rabbioso, istintivo, genuino. Uno che in una frazione di secondo era capace, come tutti i pazzi, di prendere la decisione più inutilmente bella. Comodo dritto a chiudere in recupero su una palla corta? Lui ci arriva in sourplace e, invece della comoda chiusura, ecco un balzo in sospensione e contro smorzata in tweener. Pazzo da legare. Amante del bello fine a se stesso, invece che delle stitica vittoria. Insomma, possedeva tutti i crismi affinché gli concedessi la tessera del LMTSS. C'era della verità, in lui. La verità è importante, per un pittore, scrittore, sportivo, prima ancora dei contenuti.
Per questo un po' m'annoiava chi trillava l'ennesimo "ma come, ti diverte Paire e schifi Fognini, che parono gemelli?".
Non  aveva tutti i torti, i due sembrano davvero gemelli siamesi divisi da una lavica pisciata. Ma nel primo, maledetta lsd, vedevo quel sincero, naturale genio perdente. Nel secondo esclusivamente un teatrante noioso. Paire era kitsch al naturale, Fognini consapevole camp.
Forse davvero ero annebbiato dalla sindrome per cui tutto quello che viene dalla Francia è considerato chic: le loro commedie sono genialmente frivole, le nostre pacchianamente cretine. O magari Paire mi ha semplicemete stufato. A fronte dei soliti, intermittenti colpi da funambolo sbronzo di acquavite, v'è una sequela di urticanti comportamenti da adolescente che ha ricevuto pochi ceffoni. Sempre più Fognini dalla sagoma oblunga. Tra di loro ormai, l'unica differenza è quella che intercorre tra una zucchina genovese e una lunga. Entrambi sembrano compiacersi nel recitare il ruolo di ultimo della classe, ma non perché lo sono, semplicemente perché sanno di non poter essere primi.
Benito il bretone è preda di un irreversibile, pacchiano, imborghesimento da attore di teatro vittima del suo personaggio. Macchietta ormai di se stesso. Già, anche gli sminchiati si imborghesiscono appiattendosi a un noioso livello fognizzato.

10 commenti:

  1. Beh, adesso sogno solo i due in doppio. Degni di Totò e Peppino, rick e gian, ma soprattutto alvaro vitali e mario carotenuto coprotagonisti, sottovalutati dai più, du memorabili duetti. Pic , come al solito, è sempre un piacere.alla prossima
    Dom

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    1. Anche Gianni e Pinotto, o Scemo + Scemo.
      Grazie, alla prossima

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  2. Mortale.
    Grazie Picasso, tanto ridere, tanto.

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  3. io sogno queste semi a Wimbledon

    Paire-Fogna
    Brown-Youzhny

    tra porco-diaz di qua pattinate di là, racchette spaccate in fronte e tweener senza senso! lo so chiedo troppo.. ma sognare non costa nulla.

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    1. Certo. E Adelchi Virgili che alza la coppa, in finale contro Bahrami. :)

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  4. Aldilà delle scenette grottesche, il fascino che un giocatore "alternativo" suscita in me finisce nel momento in cui diventa un ripetitivo susseguirsi del solo lato oscuro: ossia Paire sembra un ex giocatore e perde in modo comico da tutti; non c'è il brivido di un Gulbis di qualche anno fa, quando ad esempio eliminava Berdych al primo turno di Wimbledon nonostante mesi di oblio; o di un Tommy Haas che batte Djokovic a Miami; o di un Dolgopolov a Indian Wells, al Queen's vs Nadal. Paire attualmente non serve a un cazzo e come tale anche a me fa pensare al nostro Fognini, quello di best 3 su terra che poi perde 6-1 6-2 6-1 con RAJEEV RAM.

    Cmq ci godiamo la bellezza di Feliciano Lopez al Queen's e di Federer ad Halle che hanno regalato perle d'altri tempi. Lo svizzero ha letteralmente distrutto Zverev jr.

    Ciao Pic,
    Klimt

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    1. Certo, sottoscrivo tutto. Imparagonabile/i a Gulbis o Haas. Ma nemmeno a Stepanek.
      Completamente inutile, e ultimemente anche ripetitivo. Quando si diventa prevedibili, per un presunto imprevedibile, la noia è assicurata.
      Ciao Klimt, alla prossima

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  5. Paire è da ricovero coatto, e i suoi teatrini sono diventati stucchevoli.
    Anni fa lo vidi agli Internazionali: vinse una grandissima partita contro Del Potro, e mi illusi che oltre a qualche effimero (benché libidinoso) ricamo potesse regalare un vero e proprio acuto e magari, forse, provare a impensierire, ogni tanto, per caso, negli anni bisestili, i più forti. Ok sono un povero stolto, ma almeno si poteva pensare ad una classifica più alta con qualche interessante, sporadico, sussulto. E invece niente: qualche noia fisica come attenuante e poi figure meschine in campo a ripetizione, accompagnate da un crescendo di scenate isteriche.
    Poteva aspirare ad essere il nuovo Goulbis, e invece è diventato Fognini.
    Salutoni.

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    1. Condivido. Alla fine però, non ne faccio nemmeno una questione di risultati, è proprio che con queste uscite demenziali mi ha annoiato. È come quando vai a vedere un film e sai già il finale e pure la trama (vista e rivista).
      Saluti a te, alla prossima

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.