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lunedì 22 marzo 2010

Master 1000 Indian Wells, promossi e bocciati



A Indian Wells, si completa l'inaspettata cavalcata del "vecchio" Ljubicic. Tra le solite crisi involutive di Murray e Djokovic, Nadal cui manca lo spunto finale e Soderling incostante. Strazianti Kohlschreiber e Tsonga
Ivan Ljubicic: 9. Vederlo caracollare col testone luccicante, bardato da una fascetta per raccogliere l'inesistente chioma fluente, è un pugno nell'occhio. Anzi due. Un benzinaro imprestato al tennis, che fa del footing domenicale. Il croato decadente, che da due anni buoni giocava con lo stesso atteggiamento dimesso da ex, si diverte a dare abbaglianti dimostrazioni di tennis a giovanotti isterici e pieni di protervia, ma con metà della sua classe ed umiltà. In semifinale, levata via la fascia, ad un passo dalla sconfitta con Nadal, si trasforma in epico eroe d'altri tempi. Quasi trascinato da divintà romantiche, porta a conclusione una rimonta coinvolgente, coi colpi che che filano gioiosamente via dal suo braccione. Ace, diaboliche seconde lavorate, attacchi di dritto, prese della rete e rovesci accarezzati. Insomma, tutto il repertorio di classe, coraggio ed intelligenza tennistica. Completa l'opera, con una finale impeccabile. A 31 anni, dice di aver ritrovato la serenità di gioco di inizio carriera. Che iddio ce lo conservi a lungo.
Andy Roddick: 7,5. Avanza senza nessun affanno. Basti dire che il più periglioso avversario ha le sembianze rassegnate del tanghero iberico Tommy Robredo (6). Impensabile prova da tattico sopraffine in semifinale, dove ammanta e smarrisce il tennis "ignorante" di Soderling. Larry Stefanki ha fatto di un mancato battitore della major league di baseball simile ad un paracarro ingolfato, un giocatore quasi completo. Che poi possa piacere, è un altro conto. Fin troppo remissivo nella finale persa con Ljubicic
Robin Soderling: 7-. Picchia sodo e vicino alle righe disfacendosi del tennis attendisticamente suicida di Murray, come si spazzola via un pò di fastidiosa polvere. Versione miope, bastano una manciata di rovesci in back di Roddick (avessi detto Mecir), per strappargli l'accetta dal braccio e ridurlo allo scoramento. Continua nel suo schizoide dilemma: Demolente "psycho killer", o semplice pazzo con le paturnie.
Andy Murray: 5,5. Storia nota. Solito fuscello di svogliata boria. Sguardo angolare e sprezzante, scherza e giochicchia con Seppi, Russell e Almagro. Contro Soderling, il ricercato stratega di Scozia travestito da ragno surreale, fornisce un altro esempio di talento autolesionista e passivo, strozzandosi in una rete inesistente. Quasi infastidito e soffocato dal suo stesso talento. Uno che potrebbe fare tutto, e che finisce per non fare niente.
Rafael Nadal: 6. Malgrado si faccia addobbare come un pupazzo delle giostre, da stilisti evidentemente svitati, disinnesca con esperienza le bombe di servizio di Isner e lo smidollato tennis di Berdych. Subisce la rimonta del vecchio ed ispirato pirata Ljubicic, in semifinale. Probabilmente condizionato dalla precarietà fisica, sul veloce è spinto a giocare in modo meno dispendioso per i suoi tendini martoriati. Nessuna esibizione da mostruoso muro di gomma, e recuperi carichi di antico rifrullo rabdomantico, ma molti più attacchi e scambi accorciati. Il risultato, è che il maiorchino sembra un buon giocatore da top ten, senza lo spunto finale. Nulla più.
Novak Djokovic. 5-. Frustrato e frustrante. Ed anche appesantito dalla fatica. Riesce miracolosamente a vincere match già persi, avvolgendo nel suo marasma abruttente, ogni avversario. A Indian Wells arriva un attempato croato col cranio a forma di lampadina, ad impartirgli una gioviale lezione intrisa di tennis fluido, eleganti sberloni schioccanti e modestia.
Tomas Berdych: 6-. Buon torneo per il ceco dalla stessa esondante simpatia di un'iguana delle Galapagos. Denota intelligenza tennistica pari a quella di un fagiolo borlotti. Ma se gli capitano giornate in cui le palline stuprate trovano le righe, diviene tragicamente ingiocabile. Ne sa qualcosa il fatuo galletto da combattimento Verdasco (4), letteralmente annichilito. Nadal lo riporta allo stato di "grande bluff".
Philipp Kohlschreiber: 5. Asfittico alter ego di Andreas Seppi, con talento. Intimamente votato alla straziante sconfitta, il Cassano dal volto umano, possiede la stessa combattività di un cincillà narcotizzato con la valeriana. Non fa fatica a battere Petzschner (4,5) versione ballerina di tip tap storpia. Poi, atrocemente rassegnato al suo destino, perde un match già vinto contro Djokovic.
Marcos Baghdatis. 6+. Gran braccio tennistico e contagiosa simpatia ridanciana, in un corpo da messicano "flaco" e panciuto, miracolato dopo una serie di malanni da treno bianco di Lourdes. Fedele a se stesso, zompettante e carico a molla, il cipriota lotta come un leone e batte sua maestà in panciolle Federer, e poi cede alla regolarità insipiente di Robredo.
Roger Federer. 4,5. Da soave danzatore tiranno e cannibale, a stizzito Marchese del Grillo in disgrazia. Considera i Masters 1000 come petulante gabella settecentesca. Scelta illuminata che gli consente di presentarsi in smaglianti condizioni negli slam, e seguitare ad inanellare record disumani. Ma rimane vivo sconcerto, nel vederlo incapace di chiudere un match già vinto contro Baghdatis.
John Isner. 6. Più rudimentale di Karlovic, più sgraziato di Fish. Gioca un altro sport, e quando serve due ace a game, coprendo la rete con apertura alare da spaventoso condor gigante, diviene dura per tutti batterlo.
Jo Tsonga. 4,5. Versione pugile suonato. Falloso, confuso, pesante. Il poderoso toro nell'arena che costruiva preziosi gingilli di cristallo svarowsky, è da tempo ridotto ad ippopotamo maldestro, che fracassa tutto. Scritto per Tennis.it

2 commenti:

  1. Ciao Picasso,

    fa piacere che ogni tanto succeda qualcosa di inconsueto, come la zampata di Ljubicic in un torneo di un certo rilievo.
    Inconsueto ma non incredibile, vista la situazione generale.
    Condivido la tua valutazione su Murray: forse avrebbe bisogno un trainer come si deve che gli dia una fisionomia di gioco più definita. Ma ce n'è in giro?
    A proposito del tuo auspicio boniniano, in questi giorni, come era prevedibile, sono piovute infamie e nefandezze da ogni lato. Altro che i servizi di Isner!
    Incrociamo le dita.

    Arturo

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  2. Ciao Arturo,
    certo, nella situazione generale, in cui i più forti stentano, la zampata di Ivanone nin un Masters 1000 ci sta...e ammetto, faccia anche piacere.
    Sul resto...non ne scrivo in questi lidi, in cui provo a non pensarci.
    Certo è, che non potendo giocarsi il "jolly elettorale" economico (vista la situazione, si rischia il tracollo definitivo), la solita trovata dell'ultimo momento che inganna gli sciocchi, ha fatto di peggio. Ora ci sono gli zuccotti porporati a dargli la spinta. Vero obbrobrio. Niente da dire. Perun paese più morale, non votate quelli lì...agghiacciante. Viva la moralità.

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.